Edilizia: il 2017 sarà il decimo anno di crisi se il governo non interviene

Il 2016 è un bollettino di guerra secondo i dati dell’Osservatorio congiunturale Ance presentato a Roma. L’occupazione — scrive Italia Oggi — registra un ulteriore meno 3,5% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo 2015; il credito per gli investimenti nel settore residenziale è calato di un ulteriore 11,1% (-70% dal 2007), anche se le compravendite sono salite del 20,6% da gennaio a marzo 2016; è peggiorata ancora la  situazione di liquidità delle imprese, in particolare di quelle che lavorano con la pubblica amministrazione che continua a pagare in ritardo, dopo 168 giorni contro i 60 giorni previsti dalla normativa. Centomila imprese hanno chiuso tra il 2008-2014, con 580 mila unità perse tra i posti di lavoro andati in fumo nell’industria delle costruzioni dall’inizio della crisi (nel 2007), che salgono a 800 mila considerando anche i settori collegati.
Le aspettative di ripresa non trovano conferma nei dati dei primi mesi dell’anno. L’indice di produzione da gennaio a aprile 2016 è stato caratterizzato da un andamento altalenante e l’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance) ha  rivisto al ribasso le stime di crescita degli investimenti 2016, riducendo la previsione dell’1% a un più realistico +0,3%. Un aumento trascurabile e del tutto insufficiente a creare condizioni di effettiva ripresa, secondo l’associazione guidata da Claudio De Albertis che ha chiesto al governo interventi adeguati, altrimenti il 2017 si annuncia come il decimo anno di crisi consecutiva per il settore.

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